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19 MARZO 2021 - FESTA DEL PAPÀ
“Questa è la mia storia, questo è il sacrificio che mio padre ha fatto, questo è stato il suo regalo per me.”
La Festa del Papà in Italia si festeggia il 19 Marzo, nel giorno del cattolico San Giuseppe. Non è così per il resto del mondo. Le origini sembrano documentate negli Stati Uniti. Il 19 luglio 1910 il governatore dello Stato di Washington proclamò il primo «Father’s Day» della nazione. Sonora Smart Dood, ispirata probabilmente da un sermone sentito alla Festa della Mamma dell’anno precedente, dedicò la festa al veterano di guerra William Jackson Smith, simbolo della figura paterna. Ancora prima, nel 1908, la causa della Festa del Papà era stata sostenuta da una chiesa della Virginia con un sermone in memoria di 362 uomini morti nel crollo di una miniera. Nel 1909 una donna cresciuta, insieme ai cinque fratelli, da un vedovo aveva già cercato di creare la ricorrenza. Tornando a noi, come in altri paesi di tradizione cattolica in Italia si è scelto il giorno di San Giuseppe, marito di Maria, l’uomo che crebbe Gesù, esempio di padre e marito modello, come data per la ricorrenza. San Giuseppe, secondo la tradizione, protegge anche gli orfani e le giovani nubili.
Era dicembre del 1997 quando Roberto Benigni fece provare al mondo quella carica emotiva sensazionale che solo un regista ricercato ed attento poteva fare attraverso una pellicola cinematografica. “La vita è bella”, con il suo tratto leggero, cambiò per sempre il corso della settima arte. Benigni fa il suo lavoro con una regia poetica e spensierata, resa tale anche dalla bellissima colonna sonora: si ritrova nella sua magistrale prova di recitazione la sua verve solita, la sua comicità fatta di giochi tra equivoci e malintesi, la sua leggerezza e il brio che lo caratterizzano e che qui si sublimano in un tocco di delicata umanità che difficilmente si ritrova in attori e registi che cercano di trattare un simile tema con il registro del comico. Benigni ci presenta una famiglia e dei personaggi che sono l’emblema del coraggio ed è l’amore, non l’odio, il sentimento che trionfa in questo film. La Storia è la vera protagonista, l’Olocausto, milioni di morti nei campi di sterminio. Per non vederlo soffrire, un padre fa credere al suo bambino che la deportazione sia solo un gioco a punti.
Una favola, che prende vita durante una tragedia, da imprimere a fuoco nelle nostre menti. Da vedere col sorriso sulle labbra, per non dimenticare che i genitori farebbero qualsiasi cosa per i figli, anche stravolgere la realtà quando fuori non si vede la luce. “La vita è bella” è quasi una favola, non priva della sua morale: gli eroi ci sono, ne sono usciti provati, ma vincitori comunque, perché per quanto fragile possa essere l’esistenza, non perdere la speranza e la forza per aggrapparvisi sembrano essere gli ingredienti perfetti per vivere appieno quel tempo di cui ci è stato fatto dono. D’altronde, oggi si parla sempre di più di resilienza: La vita è bella è questo, è un film resiliente, in un certo senso strettamente psicologico.
Articolo a Cura di: Gianluca Rota