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GIORNATA MONDIALE DEL TEATRO
“Che l'amore, pur essendo bendato, riesca avere occhi per vedere dove finisce?”
La Giornata Mondiale del Teatro è stata creata a Vienna nel 1961 durante il 9° Congresso mondiale dell’Istituto Internazionale del Teatro su proposta di Arvi Kivimaa a nome del Centro finlandese. Dal 27 marzo 1962, data di apertura della stagione del Teatro delle Nazioni di Parigi, la Giornata Mondiale del Teatro è celebrata dai Centri Nazionali dell’I.T.I. che esistono in un centinaio di paesi del mondo. L’Istituto Internazionale del Teatro è stato creato in 1948, per iniziativa dell’U.N.E.S.C.O. e di personalità famose nel campo del teatro, ed è la più importante organizzazione internazionale non governativa nel campo delle arti della scena. L’I.T.I. cerca “di incoraggiare gli scambi internazionali nel campo della conoscenza e della pratica delle Arti della Scena, stimolare la creazione ed allargare la cooperazione tra le persone di teatro, sensibilizzare l’opinione pubblica alla presa in considerazione della creazione artistica nel campo dello sviluppo, approfondire la comprensione reciproca per partecipare al rafforzamento della pace e dell’amicizia tra i popoli, associarsi alla difesa degli ideali e degli scopi definiti dall’U.N.E.S.C.O.”.
Collegandoci con il mondo cinematografico, tra le molte le opere teatrali che, nel corso degli anni, sono approdate sul grande schermo, ci sentiamo di consigliare un grande classico come Romeo e Giulietta. Baz Luhrmann decide di affrontare la sfida ardua di raccontare in modo inedito Romeo e Giuletta, la storia d'amore per eccellenza. Orgoglioso della sua solida formazione teatrale nata sui palcoscenici di Sydney, il regista australiano non curante dagli ovvi paragoni con le precedenti versioni della tragedia si prende l’onere di raccontare la vicenda dei Montecchi e Capuleti in modo inedito. Il risultato è un’opera in cui la fedeltà filologica all’originale si sposa all’audace follia scenica del regista, da sempre dotato di uno straordinario talento visivo. “Romeo+Giulietta” è dunque una pellicola folle per la sua arrogante pretesa di essere inedita con un materiale di base conosciutissimo. Luhrmann osa e, per fortuna, vince perché, nel suo strafottente delirio, ha il merito di capire davvero Shakespeare.
Nel cast perfetto messo in scena dal regista/coreografo brilla la scelta dei due giovani protagonisti. Lontani dai due attori acclamati dei nostri giorni, la Claire Danes e il Leonardo Di Caprio scelti da Luhrmann sono due ragazzi affamati di vita, pronti a bruciare al fuoco della loro passione e non troppo lontani dai due sognatori che sono chiamati ad interpretare. Soprattutto Di Caprio - che per il ruolo vinse il premio per la miglior interpretazione al Festival di Berlino - agli inizi della sua ascesa da sex-symbol rende Romeo un ragazzo di carne e ossa, facendoci vibrare tra le sue urla disperate e i suoi tormenti erotici. Proprio grazie all’identificazione attore/personaggio dei due giovani protagonisti, il film di Luhrmann rompe le catene della classicità per restituire con violenza tutta la forza di Shakespeare, facendoci respirare davvero la tragica fine dei due amanti di Verona. Dimostrandosi cosi uno dei pochi ad aver, davvero, nell’apparente borioso tradimento, rispettato l’opera del Bardo.
Articolo a Cura di: Gianluca Rota