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GIORNATA MONDIALE DELLA DANZA: INTERVISTA AD UNA BALLERINA

La Giornata Mondiale della Danza, promossa dall’Unesco, è stata istituita nel 1982 dal Comitato Internazionale della Danza dell'Istituto Internazionale del Teatro e la data è stata scelta per commemorare la nascita di Jean-Georges Noverre: grande coreografo e inventore del balletto moderno. In un anno in cui il mondo del ballo è stato pesantemente colpito, ad ogni suo livello, è bene ricordare i benefici di questo mondo: infatti secondo uno studio svedese la danza è uno strumento utile contro lo stress e la depressione negli adolescenti. Piccola postilla personale: non solo negli adolescenti ma pure in individui che hanno appena sorpassato l’età “teen” porta beneficio. Ad ogni modo lo studio è stato condotto su 112 ragazze tra i 13 e 18 anni, seguite per tre anni, in una scuola svedese. Le giovani sono state reclutate dall'infermiera scolastica tra le studentesse che esprimevano il loro malessere con disturbi psicosomatici ricorrenti: mal di testa, stanchezza, inquietudine, depressione. La metà del gruppo ha seguito un programma di danza, mentre le altre sono state controllate per un confronto. Il corso di danza (contemporanea, africana, moderna o jazz) si è tenuto due volte la settimana, seguendo uno schema standard: 15 minuti di riscaldamento, 40 minuti di danza, stretching, massaggio e rilassamento.Ogni lezione permetteva uno spazio per la libera espressione, con coreografie immaginate dalle ragazze. In maniera regolare, inoltre, le studentesse compilavano un particolareggiato questionario sul loro stato di salute. Dopo 8 mesi i dati di benessere erano migliorati molto. E il 91% delle ragazze considerava positiva l'esperienza.In questo periodo difficile in cui il nostro corpo e soprattutto la nostra mente sono sottoposti a stress ricorrenti, la Danza, anche in casa, può essere un modo utile per trovare benessere
Noi abbiamo chiesto parere ad una ragazza di 21 anni, il suo nome è Angelica, che ormai da anni ha dato tutta se stessa per tale disciplina catalogando pure grandi successi. -Ciao Angelica, puoi raccontarci il tuo primo approcciato al mondo della danza? É una passione innata o é venuta fuori cammin facendo? Il mio approccio alla danza è iniziato quasi per caso. Da piccola ho fatto 4 anni di danza classica, che ho poi abbandonato. A 14, dopo 5 anni di ginnastica artistica, mi era stato diagnosticato un problema alla schiena che mi avrebbe impedito di continuare a praticare quello sport. Ero disperata e abbattuta, ma la danza mi ha presa per mano e non mi ha più lasciata. Ho cominciato con la disco dance, show dance e danza moderna e, sin da subito, ho iniziato a gareggiare nella Federazione Italiana Danza Sportiva, dato che ero abituata alle competizioni, arrivando anche a gareggiare in Campionati del Mondo. Ancora però vedevo la danza solo come uno sport e un modo per buttare fuori tutte le tensioni/emozioni. A 17 anni poi ho ricevuto una borsa di studio per un’accademia di musical dove ho scoperto che in realtà c’è davvero un mondo dietro ad una coreografia o anche ad un solo movimento. Ho capito che danzare non è soltanto eseguire un passo e poi un altro, andare a tempo di musica, saper fare un salto o un giro. Danzare significa tradurre in movimento un pensiero, un’idea, un’emozione con piena consapevolezza del proprio corpo e dello spazio che ti sta intorno. Da ciò che ho appreso in accademia ho iniziato ad approfondire lo studio di vari stili di danza in una scuola della mia città, dove tutt’ora mi alleno e insegno (dopo aver sostenuto un corso e un esame che mi ha permesso di avere un diploma specifico). -Quali sono gli ostacoli da superare nella disciplina? Immagino, lungo il percorso, ci siano degli scalini agonistici da intraprendere e, soprattutto, quanto incide il fattore psicologico nel tempo? Gli ostacoli da superare possono essere molti e di diversa natura: infortuni, gare andate male, un movimento che proprio non riesci ad eseguire o quanto ancora riferibile ai piccoli sacrifici quotidiani. Per quanto riguarda l’agonismo ci sono diversi casi: quando gareggiavo nella FIDS si parlava di categorie (C, B, A, AS quest’ultima la categoria internazionale che ti permette di far parte del Club azzurro) i quali portavano in dote molti anni di “gavetta” al fine di farti conoscere in un ambiente molto “chiuso” e, soprattutto nei livelli più alti, dove conta su determinati nomi difficili da battere. A volte è stato deludente e frustrante, ma ho avuto anche molte soddisfazioni. Dall’accademia in poi mi sono avvicinata alla parte più “artistica” della danza; meno competizione e più creatività, libertà, espressione. Ciò nonostante l’emozione prima di salire su un palco è sempre la stessa. Sarà che sin da piccola sono sempre stata abituata alle competizioni, ma non ho mai avuto un crollo tale da farmi pensare di mollare tutto. Delusioni, quelle sì, ma per me la danza è necessità, anche oltre le competizioni.
-Lo sport in generale dà sempre dei grandi insegnamenti di vita: aiuta a vincere ma soprattutto aiuti a contemplare la sconfitta. Alla fine anche danza impone una come una competizione: come approcci ad un eventuale "sconfitta" in una competizione? Perdere per me non è mai stata una tragedia. Sarà che ho sempre ottenuto piccole e grandi soddisfazioni e mi piace la competizione. A volte, però, non mi sono ritenuta all’altezza di situazioni o avversari e per questo non ho dato il meglio. Oppure anche quando vinco e ottengo buoni risultati non sono mai contenta al 100% di quello che ho dato. Questo può essere sia positivo, perché non si smette mai di mettersi in gioco e di voler imparare ma, dall’altra parte, non ti permette di godere a pieno una vittoria. -Per ora ti ho chiesto di illustrarmi gli aspetti migliori di tale disciplina ma credo sia giusto parlare delle ombre: in passato abbiamo sentito molte volte di ballerine impossibilitate a coltivare il proprio sogno a causa del loro peso. Quale pensiero hai su questo argomento? É cambiato qualcosa negli anni? La questione del “fisico asciutto da ballerino/a” non è mai stato un segreto e mentirei a dire che, se ce l’hai, non parti avvantaggiato/a. La danza è un’arte e per questo in determinati contesti la bellezza esteriore è considerata un requisito fondamentale. Per ottenere un fisico armonico, un collo del piede perfetto, una coscia come si deve, ci sono persone che hanno sviluppato una relazione malata con il proprio corpo, chiedendogli spesso più del dovuto, al fine di passare un provino o di essere presi in una compagnia. Ciò che si dimentica, però, è che il corpo è lo strumento principale con cui, attraverso la danza, si esprime la propria arte. Oltre al balletto, esistono altri infiniti stili di danza in cui possiamo trovare delle taglie forti. La cosa importante è avere un buon rapporto con il proprio corpo e consapevolezza di esso. Non esiste un tipo di danza migliore rispetto ad un altro, la danza è per tutti e deve continuare ad essere per tutti, cercando di abbattere il più possibile ogni limite, come dimostrato dai ballerini diversamente abili o dalle ballerine avanti con l’età. Ciò che è importante per un ballerino, non per una questione estetica, ma soprattutto per la sua salute e la sua tutela da infortuni o danni fisici, è condurre uno stile di vita il più possibile sano ed equilibrato. -Io vengo da un mondo diverso, quello calcistico, con il quale credo ci siano alcuni punti in comune: in primis la passione e l'ambizione, grazie alle quali, riesci sempre a voler di più da te stesso oscurando il pensiero recondito del: "Prima o poi tutto questo finirà". A questo proposito ti chiedo quali siano i tuoi progetti futuri e se ti é mai capitato di darti un termine ultimo al fine di valutare le tue prestazioni e decidere se continuare o meno. Come ho detto prima per me la danza è necessità. Stare sul un palco o su una pista da gara è una sensazione bellissima è continuerò finché potrò o ne avrò voglia, poiché è un mondo stimolante e che può darti molto. Studiare la tecnica è fondamentale e non si smette mai di imparare quindi continuerò finché il mio fisico reggerà. Però la danza è soprattutto un modo per me di trovare il mio equilibrio, di sfogarmi, di curare il mio movimento, di creare e di emozionarmi. Questo non penso che abbia una “data di scadenza”, né che sia necessario gareggiare ad alti livelli o esibirsi in un teatro importante per ricercare queste sensazioni.
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Ultima domanda: puoi descrivere con una parola ciò che provi quando danzi? La prima parola che mi viene in mente è “connessione”, connessione con il corpo, con la parte di più emotiva del proprio io, senza la quale, sarebbe difficile esprimersi. Penso però ci sia anche una connessione con la parte razionale di noi stessa, quella in grado di supervisionare ogni movimento. Diciamo che, per me, danza significa lasciarsi andare ma con consapevolezza. Connessione con lo spazio intorno a me e dentro di me, connessione anche con chi mi guarda e che spero di far emozionare.
Articolo a Cura di: Dario Pellegrini
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