Giornata Mondiale del Risparmio Energetico
18 Febbraio 2021La Grande Ipocrisia degli Stadi chiusi
23 Febbraio 2021
GIORNATA MONDIALE DELLA GIUSTIZIA SOCIALE
“Per tutta la vita non ho mai saputo se esistevo veramente, ma esisto. E le persone iniziano a notarlo.”
Il 20 febbraio si celebra la Giornata mondiale della giustizia sociale, istituita dalle Nazioni Unite nel 2007. L’Onu invita gli stati membri ad aderire e a dedicare la giornata alla promozione di attività volte allo sviluppo sociale. Il perseguimento della giustizia sociale per tutti è uno degli obiettivi principali delle Nazioni Unite. A tal proposito, facendo sempre riferimento al nostro tanto caro mondo cinematografico, è possibile di un film che ha riscosso un successo incredibile, ha vinto il Leone d’Oro alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e ha fatto molto parlare di sé. Si tratta di “Joker” nella magistrale interpretazione di Joaquin Phoenix rappresenta tutti gli stadi del disagio umano possibile portando a galla il problema della giustizia sociale e, insieme, proponendo una soluzione: l'amore, chiaramente.
Il film di Todd Phillips presenta un Joker diverso dal solito. Non è il criminale folle, antagonista di Batman, tanto per cominciare, e quindi non rappresenta un male contro cui il bene deve vincere. Arthur Fleck è l’americano che insegue i suoi sogni senza successo, arrancando ogni mattina per raggiungere la superficie della vita – quel luogo di dignità che dovrebbe essere garantito a chiunque – e scivolando ripetutamente e drammaticamente al di sotto di quella soglia. Il film racconta la vita di chi non riesce, di chi prova e cade sotto alla linea del “diritto all’esistenza” senza riuscire a rialzarsi. Mostra la vita di chi è malato e abbandonato, di chi soffre e non viene accolto ma – anzi – ignorato o maltrattato. Arthur rappresenta tutti gli stati e gli stadi di disagio umano e sociale possibile: solitudine, abbandono, incomprensione, malattia, sofferenza esistenziale, povertà. Infine diventa Joker, un particolare tipo di cattivo: il “cattivo sociale”, il rappresentante di quello che – della nostra società – non funziona.
È una specie di “contro-eroe”, un malato e violento portabandiera delle ingiustizie. È allo stesso tempo il supereroe che si schiera contro le ingiustizie e il supercattivo portatore delle stesse. Forse è per questo che in America il film ha messo così tanto pensiero, ha scosso e messo timore: quel continuo tentativo di Arthur – che Joaquin rappresenta benissimo – di accedere alla vita al suo livello più basilare, quello del “diritto ad esistere”, di essere considerato e visto, ha portato a galla il problema sociale e umano di oggi. E lo ha fatto gridando vittoria. Ecco perché questa rappresentazione, che rinnova il rimosso e il dimenticato, ha causato così forte preoccupazione in America, laddove hanno serrato i cinema: le scene hanno toccato un filo scoperto e hanno proposto una soluzione di violenza celebrata.
Preoccupante. Eppure non è successo quasi niente. Perché? Forse per il fatto che i veri “Joker” non possono permettersi il cinema. Ora: la denuncia è forte, il problema resta. Il problema è quello della giustizia sociale. Per chi è stato capace di attenzione non sarà sfuggito che Arthur propone una seconda - oltre alla rivoluzione sociale - soluzione durante il film. La soluzione è, chiaramente, l’amore. Todd Phillips lo nasconde nelle vesti di una relazione che sa guardare al di là delle stranezze e concedere del buono a chi ne ha bisogno e soffre. Una relazione d’amore profondo, di rispetto e dolcezza. In “Joker” possiamo leggere una denuncia, è vero, della società odierna, che ci lascia ad “un passo” dalla disperazione e dalla follia. Ma il film non è solo una denuncia. È un promemoria pungente che si fonda su una visione di un’umanità al prossimo stadio di disperazione. È un racconto step-by-step di come quella “giornata storta” possa rovinare la vita di chiunque ed è anche quindi – un rimedio. E la lezione da apprendere, qui, è assai bella: quando soffri o vedi qualcuno soffrire, tu sii amore. Prenditi cura di te, di chi è con te, di chi non conosci. Ascolta quando qualcuno ha bisogno di parlare. Abbraccia quando qualcuno è disperato.
Articolo a Cura di: Gianluca Rota