San Valentino
14 Febbraio 2021Giornata Mondiale del Risparmio Energetico
18 Febbraio 2021
16 FEBBRAIO 2021 - IL DIRITTO DI OPPORSI
“Era come guardare un film pieno di gente che annega e non avere un modo per salvarli!”
La scorsa settimana con una votazione di 57 a 41, la Camera della Virginia ha abolito la pena di morte, diventando il primo Stato del Sud ad aver preso questa decisione. Questa rappresenta una vera e propria svolta storica per gli Stati Uniti e nello specifico per la Virginia. L'anno scorso la legge non aveva speranze neanche di arrivare in Aula. La vittoria di quest'anno, secondo Michael Stone, direttore di Virginians for Alternatives to the Death Penalty, è da attribuire a una nuova attenzione alle diseguaglianze razziali nel sistema della giustizia penale. E il merito, secondo Stone, va a Black Lives Matter e alle proteste in risposta alla morte di George Floyd dello scorso anno. Ma, a tal proposito, vorremmo ricordare che sono ancora ben 53 i paesi - nel 2021 - ad avere la pena di morte e la infliggono utilizzando una varietà di metodi tra cui l’impiccagione, la fucilazione, l’iniezione letale, l’elettrocuzione e la decapitazione. Forse anche per questo motivo varie forme artistiche, in quanto espressioni della società, dalla letteratura al teatro, passando per la musica e il cinema, hanno tentato di metabolizzare, definire e comprendere ciò che si nasconde dietro una simile questione.
Nel 2019, in tutte le sale italiane, è uscito “Il diritto di opporsi”, la storia di Walter McMillian condannato a morte per aver ucciso una ragazza di diciotto anni. Nessuna prova materiale e nessun processo equo. Solo una testimonianza farlocca strappata sotto ricatto. Perché l’unica colpa che, ne racconta la vicenda, è essere nero sotto il cielo azzurro dell’Alabama. E anche se siamo nel 1987, il profondo sud degli USA, sembra rimasto ancora aggrappato agli anni della segregazione razziale, quando l’infamante scritta “for colored people” – esposta fuori i cinema, i bar, le scuole – rimarcava con disgusto il peccato più grande di cui si è macchiato l’essere umano. A difendere McMillian, in un viaggio lungo ed estenuante verso la libertà, l’avvocato Bryan Stevenson, anch’esso afroamericano, appena uscito da Harvard. E allora, la storia vera di Stevenson e di McMillian – interpretati rispettivamente da due bravissimi Michael B. Jordan e Jamie Foxx – viene raccontata con forza da Destin Daniel Cretton nel suo lungometraggio, tratto dal libro di memorie scritto dallo stesso Stevenson.
Così, attraverso un cinema classico e puro, il film di Cretton ci porta a riflettere se, e quanto, il sistema giudiziario sia affidabile e, soprattutto, oculato: McMillian – e molti insieme a lui – si ritrovano nel braccio della morte, rassegnato ad un percorso che non merita. Perché, in fondo, non c’è giustizia senza speranza. Ed è un film di lotta, di resistenza politica e sociale Il Diritto di Opporsi, arrabbiato quanto basta, incisivo nel suo essere banco d’accusa contro medievali ingiustizie subite da uomini innocenti. Così, il capro espiatorio è pronto a salire sul Golgota, lo stomaco si stringe e l’impotenza prende il sopravvento. Del resto, Il Diritto di Opporsi, ricorda quanto ancora oggi l’imponente ombra del sogno americano copra gli abusi e i soprusi giuridici. Sia verso i neri sia verso quelli nati con la sfortuna di essere poveri.