Ho perso il calcio perché, allo stato attuale, guardare una partita mi provoca sempre un po' di tristezza: non esiste arte se alla stessa non viene rivolto giudizio. Non esiste calcio senza pubblico. Quello che vediamo oggi è un povero surrogato, una cover da quattro soldi di un grande pezzo musicale. E pure ci dicono che è la cosa giusta da fare: non esistono alternative. E’ vero, niente da obiettare. Effettivamente non so nemmeno quante volte, nella mia breve esistenza, mi sia detto che la cosa più giusta da fare non equivalesse con la soluzione che avrei apprezzato. Toh, vedi tu quante volte si mischiano lo sport e la vita. Non è un caso che, oltre che da spettatore, provo un enorme sofferenza pure per non poter essere attore stesso dello sport che amo: sia chiaro, faccio quel che posso e la mia arte è paragonabile alla messa in scena di uno spettacolino teatrale di bambini dell’asilo, con tutto il rispetto per gli stessi, ma chi, nel proprio piccolo, non sogna di poter ricalcare le gesta dei propri beniamini? A quanto sembra la pandemia mi ha levato pure questo divertimento e tutto ciò che ne consegue.
Il covid inoltre mi ha tolto dei bellissimi ricordi. Quante cose avrei potuto fare in più? Quante esperienze mi sono perso? Mi sarebbe piaciuto prendere la mia ragazza e scappare una settimana in qualche parte del mondo, regalarci un’esperienza indimenticabile da portare sempre nel cuore. Non è stato possibile, o almeno, ci siamo detti che non ce la saremmo vissuta nel modo migliore e quindi, la cosa giusta da fare, sarebbe stata quella di limitare le nostre possibilità. “Abbiamo ancor tanto tempo per girare il mondo”. La speranza è che il tempo ci dia ragione ma, facendo un bagno di cinismo, credo sia logico essere dispiaciuti all’idea di aver sacrificato un’esperienza bellissima insieme alla ragazza che rimarrà per sempre una delle persone di cui avrò più memoria.
Tra i ricordi che non potrò citare nel mio futuro vi è anche l’aspetto universitario. Si, è vero, ho millantato per molto tempo che, tutto sommato, seguire le lezioni da casa non fosse tutto questo grande sacrificio: risparmio di tempo, risparmio di denaro e risparmio di enormi rotture di coglioni quali alzarsi molto prima la mattina oppure trovare posto in aula. Beh, solo ora che sta prendendo il via un nuovo anno accademico, mi rendo conto di quanto mi sbagliassi: non poter più vedere i miei amici, non semplici colleghi di corso, non poter fare nuove conoscenze e non poter confrontarmi in maniera più diretta con quanto di più bello, o meno, offra il mondo accademico è veramente una frustrazione.